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Quali sono le peculiarità peculiarità che rendono appetibile le concessioni delle auto ai dipendenti?
La concessione in uso promiscuo dell’auto aziendale risulta essere un fringe benefit molto apprezzato dai dipendenti, soprattutto tra coloro che hanno retribuzioni medio alte. Per l’azienda è uno strumento molto flessibile e l’assegnazione delle vetture può avvenire in base a politiche retributive ed incentivanti personalizzate, che non obbligano all’erogazione del beneficio alla generalità o a categorie omogenee di lavoratori. Dal punto di vista fiscale e contributivo non c’è dubbio che il legislatore riconosca a questo tipo di consenso in natura una tassazione di vantaggio. Il carico tributario per il dipendente è commisurato a specifiche tabelle che annualmente vengono redatte dall’ACI: la base imponibile incrementale che incide sul dipendente è pari 30% del costo di percorrenza convenzionale annuo di 15000 km riferibile all’auto assegnata, e se tale “beneficio” viene riaddebitato al dipendente nella citata misura ridotta al 30%, la tassazione in busta paga per la concessione dell’auto è pari a zero.
Un esempio pratico?
Una vettura dal costo di 40.000 euro noleggiata a lungo termine ha un canone mensile di 600 euro più IVA, mentre il fringe benefit, in base alle tabelle ACI, ammonta a 230 euro, ovvero a 280,6 euro compresa l’IVA. Ebbene riaddebitatando questi 280,6 euro in busta paga, il dipendente non è assoggettato a nessuna imposta e a nessun onere contributivo per l’utilizzo dell’auto, e al contempo l’IVA sul canone (132 euro). In sostanza con meno di trecento euro al mese “all inclusive” il dirigente può permettersi un SUV da 40.000 euro senza problemi di svalutazione, manutenzione, pagamento di bollo, assicurazione, polizze kasko ecc.